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14/7/2021 0 Comments

L'asse-intestino cervello e l'origine dell'IBS

La medicina tradizionale considera il corpo umano come una macchina complicata con un numero finito di parti indipendenti.

Per decenni, questa prospettiva meccanicistica ha posto le basi per la maggior parte degli approcci terapeutici, consentendo ai medici di curare quasi tutte le malattie trattando solo la parte "malata".

Tuttavia, risulta che questo modello di trattamento basato sulla malattia non sia stato sempre efficace nel trattamento di malattie che sono diventate prevalenti negli ultimi 50 anni, come ansia, depressione, sindrome dell'intestino irritabile o disturbi neurodegenerativi.

Il sistema digestivo e nervoso comunicano in modo bidirezionale grazie agli ormoni e alle molecole di segnalazione infiammatoria prodotte dall'intestino che inviano segnali al cervello e grazie agli ormoni prodotti dal cervello che inviano segnali alle varie cellule dell'intestino, come la muscolatura liscia, i nervi e le cellule immunitarie, modificando le loro funzioni. 

Quindi, come abbiamo già visto il nostro intestino è molto più complesso di quanto pensassimo una volta e la sua funzione non è unicamente quella di elaborare il cibo.

Infatti, la presenza di diversi tipi di cellule specializzate ne conferma la multifunzionalità. 

Secondo i più recenti studi, l'intestino possiede un proprio sistema nervoso - il sistema nervoso enterico - composto da 50 a 100 milioni di cellule nervose, tante quante sono contenute nel midollo spinale.

Oltre alle cellule nervose, l'intestino contiene anche un gran numero di cellule immunitarie che ci proteggono dai batteri potenzialmente letali che ingeriamo accidentalmente con cibo e acqua contaminati. 

Inoltre, l'intestino immagazzina il 95% della serotonina e delle cellule endocrine del corpo, responsabili del rilascio di ormoni nel flusso sanguigno.


Infine, il sistema digestivo ospita vari batteri, archaea, funghi e virus (chiamati collettivamente microbiota intestinale), che sono la componente cruciale nella comunicazione cervello-intestino. 


I più recenti modelli di valutazione per i pazienti con Sindrome dell'Intestino Irritabile suggeriscono che i sintomi sono il risultato dell'innervazione neurologica del tratto gastrointestinale, associato ad una interpretazione alterata del messaggio neurologico dal tratto gastrointestinale attraverso il sistema nervoso centrale.

In chi soffre di IBS, sembra pertanto che il cirtuito tra intestino e cervello sia alterato, sebbene non sia ancora chiaro quale siano le esatte alterazioni interessate.


Il dolore viscerale intestinale è associato ad un aumento della attivazione della corteccia prefrontale.

In alcuni studi, grazie all'utilizzo di strumenti di indagine come la PET (Tomografia a Emissione di Positroni) si sono potute individuare differenze nell'attivazione di specifiche aree del cervello relative alla percezione e al dolre nei pazienti con IBS rispetto ai soggetti "normali".  Indagini confermate anche da analisi diagnostiche fatte con la Risonanza Magnetica.

Tutto questo per dire che chi soffre di Sindrome dell'Intestino Irritabile non è certo un malatto immaginario: l'IBS è indisccubilmente un "problema fisico". 


In poche parole, il processo delle informazioni connesse al dolore attraverso il sistema nervoso centrale varia tra gli individui normali e coloro che soffrono di IBS, facendo sì che quest'ultimi percepiscano maggiore dolore dalle fisiologiche contrazioni del tratto gastrointestinale.

Allo stesso tempo, chi soffre di IBS reagisce in modo anomalo a stimoli che normalmente non danno reazioni ad un intestino in buona salte, causando reazioni molto più fastidiose.

Le conseguenze di queste alterazioni sono una eccessiva sensibilità al dolore ed un anormale reattività intestinale, che può tradursi in una irregolare o aumentata contrattilità dei muscoli gastrointestinali (accompagnata da diarrea e/o stipsi).

In effetti, per i tanti che soffrono di IBS e che si sono spesso sentiti dire da familiari (a volte anche da qualche medico...) che il loro problema era "solo nella loro testa" potrebbe essere piuttosto ironico scoprire che la chiave dei loro problemi inizia proprio "nella loro testa", ma non certo nella loro immaginazione.


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    ​Chi sono

    Francesco Fratto, 52 anni, farmacista, specializzato in Fitoterapia ed esperto in prevenzione e sani stili di vita, mi sono formato come LifeStyle Trainer presso l'Università di Bologna. Dopo anni di studio ed esperienze dirette con i clienti della mia farmacia, ho costruito un metodo unico e fondato sulle evidenze scientifiche per aiutare le persone con problemi di intestino irritabile a migliorare la proprio qualità di vita attraverso un graduale cambiamento del proprio stile di vita e ad un maggiore controllo dello stress.

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