18/8/2021 0 Comments I 4 scalini del benessereAbbiamo visto sinteticamente cosa non funziona nell'apparato gastrointestinale di chi soffre di un intestino irritabile.
Tuttavia, so bene che conoscere cosa c'è che non va non è purtroppo sufficiente ad eliminare il problema. Ma allora cosa si può fare per migliorare la qualistà di vita di chi, pur senza una vera e propria patologia gastrointestinale, avverte sintomi molto fastidiosi e forti disagi? Come avrai capito, non ho deciso di scrivere questo blog per fare un trattato di anatomia funzionale, ma per provare a condividere tutte le esperienze e gli insegnamenti che ho potuto annotare nel mio taccuino personale in questi ultimi anni, con l'unico scopo di provare ad aiutare chi soffre di disturbi gastrointestinali. Ma non solo. Molte delle indicazioni che possono essere utili per chi ha problemi di intestino irritabile, possono allo stesso modo essere molto vantaggiose per una persona "sana" che voglia ottimizzare il proprio benessere mentale, la propria energia e il proprio sistema immunitario. Alimentazione scorretta ed eccesso di stress sono i principali responsabili di molte problematiche relative alla nostra salute. Così come sono tipicamente i due fattori scatenanti di un riflesso gastrocolico anormale nei pazienti con Sindrome dell'Intestino Irritabile. Ecco che controllare ciò che mangiamo e imparare a gestire lo stress rappresentano due step fondamentali del nostro viaggio verso il benessere. Gli altri due passi fondamentali, o se vogliamo, gradini verso una salute migliore sono infine rappresentati da un giusto riposo, fondamentale per rigenerare le nostre cellule e una adeguata attività fisica, in gradi di allontanare dall'eccesso di sedentarietà tipico della nostra società ipertecnologica. Riuscire a dominare meglio questi quattro aspetti della nostra vita (alimentazione, stress, sedentarietà e sonno) rappresenta la vera chiave di volta per migliorare complessivamente la propria qualità di vita. Sia per chi soffre di Sindrome dell'Intestino Irritabile, sia per chi è fondamentalmente sano, ma voglia migliorare il proprio benessere fisico e mentale e la propria longevità. Personalmente, chiacchierando con diverse persone e clienti e confrontandomi con la letteratura scientifica sull'argomento, ho fatto una persona "scaletta" dell'ordine in cui poter affrontare e ottimizzare queste situazioni. Il primo fattore da sistemare è il riposo notturno, fondamentale per regolare il proprio ritmo circadiano e ottimizzare il rilascio di ormoni come il cortisolo e la melatonina. Non c'è pillola o integratore che possa comopensare una carenza cronica di sonno. Pensare di poter dormire meno di 7 ore a notte e farla franca è praticamente impossibile. Non ci sono scuse o postille. Se ti viene in mente qualche personaggio che è riuscito a vivere in modo sano dormendo 4 o 5 ore a notte non prenderlo come esempio. Rappresenta una eccezzione. Un caso isolato. Come quelli che vivono 100 anni fumando 40 sigarette al giorno. Ci sono, ma personalmente non li prenderei come modelli di vita. Il 99% di noi "comuni mortali" ha bisogno di uno stile di vita più "regolare". Il secondo gradino è, come puoi facilmente immaginare, una corretta alimentazione. Indubbiamente ci sono dei cibi che rappresentano degli stimoli che innescano alcune tipiche sintomatologie dell'IBS. Alcuni sono molto comuni alla maggior parte delle persone con IBS, altri sono invece meno scontati, ma possono rappresentare per talune persone dei "triggers" (parola usata in ambito medico per indicare l'innseco di un sintomo, es. la diarrea) molto importanti. Il terzo gradino è una adeguata attività fisica. Da non confondere con attività sportiva. Per stare bene, infatti non dobbiamo mirare a competere con Marcel Jacobs o qualche altro personaggio olimpico di questa entusiasmante estate italiana, ma piuttosto verificare di combattere al meglio la sedentarietà dei giorni nostri con un adeguato. L'importante è muoversi. Possibilmente divertendosi e soprattutto farlo con costanza. Resta infine l'ultimo passo, che probabilmente è il più sottovalutato nella pratica quotidiana e soprattutto meno affrontato negli ambulatori dei medici (per tanti motivi), ovvero la gestione dello stress. In generale, infatti la maggior parte degli interventi sulla gestione dello stress avviene con la prescrizione di farmaci ansiolitici o antidepressivi. Tuttavia, la letteratura scientifica evidenzia innumerevoli tecniche e rimedi utili ad un miglioramento della resistenza alla stress senza necessariamente passare per la terapia farmacologica. Tra questi, la via principale di accesso ad una più consapevole gestione dello stress è rappresentata dal miglioramento della propria capacità di controllare il respiro. La respirazione è infatti uno strumento facilmente utilizzabile per controllare il nervo vago, il principale responsabile delle fibre nervose che costituiscono il sistema nervoso parasimpatico, responsabile della regolazione di diverse azioni inconsce dell'organismo e fondamentale nei processi di scambio dell'asse intestino - cervello. Riuscire a controllare nel modo più opportuno questi 4 step rappresenta il modo migliore per approcciare la Sindrome dell'Intestino Irritabile, ma anche per vivere meglio e più a lungo. Ogni gradino è importante e trascurarne uno o più per concentrarsi solo su un aspetto ritenuto a torto prioritario (capita spesso con l'alimentazione) raramente porta a risultati significativi e soprattutto durevoli nel tempo. In questo blog, cercherò di riassumere per ognuno di questi step ciò che è importante sapere per migliorare la propria qualità di vita e ottimizzare il controllo delle sintomatologie legate alla Sindrome dell'Intestino Irritabile.
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![]() Per completare il quadro sulle origini della Sindrome dell'Intestino Irritabile dobbiamo fare qualche cenno anche al funzionamento dell'apparato gastrointestinale. Cercherò di essere più conciso possibile senza entrare troppo nei dettagli, provando a semplificare alcuni concetti senza sofferarmi troppo sulle nozioni anatomiche (in realtà, uno dei miei peggiori esami all'università...) Il cibo che mangiamo non è nella forma che il nostro corpo può utilizzare come nutrimento: deve essere sminuzzato in pezzi sufficientemente piccoli da poter essere assorbiti dal sangue e trasportato poi nelle nostre celle. Il processo con cui il cibo viene frammentato in piccolissime parti dal nostro apparato digerente si chiama "digestione", un processo che inizia già nella bocca attraverso la masticazione. Successivamente, il cibo sminuzzato entra nell'esofago grazie alla "deglutizione", per poi spingersi nello stomaco. A quel punto, il cibo viene ulteriormente degradato in piccolissime molecole grazie all'azione dei muscoli involontari dello stomaco che permettono il rimescolamento degli alimenti con gli acidi contenuti in esso e con numerosi enzimi. Tutte queste azioni vengono controllate da due tipi di nervi: estrinseci, che vanno dagli organi dell'apparato gastrointestinale al cervello e sono modulati da due molecole, acetilcolina e adrenalina e da quelli intrinseci che formano una fitta rete di segnali biochimici attraverso le pareti degli organi interni modulata dalla presenza del cibo. Senza entrare troppo nel dettaglio, considerare queste profonde innervazioni tra intestino e cervello dovrebbero farti capire quanto lo stress sia un fattore chiave per le risposte del nostro tratto grastrointesinale. Ma andiamo avanti, per capire ancora più in dettaglio cosa succede nell'intestino di chi soffre di IBS. Dopo aver mescolato cibo e liquidi con i succhi digestivi, lo stomaco spinge quest'ultimi verso "l'intestino tenue" che ha il compito di digerire e assorbire la maggior parte delle sostanze nutritive presenti. Infine, gli scarti indigeribili di questo processo, incluse le fibre solubili e insolubili, vengono spinte verso l'ultimo tratto dell'intestino, definito "colon" il cui compito è di assorbire tutti quei nutrienti e molecole che non vengono assimilati dall'intestino tenue. Nel colon si depositano quindi i materiali scartati durante tutto il processo digestivo, sotto forma di feci, per un periodo che va generalmente da uno a due giorni. Se questi prodotti di scarto si muovono troppo lentamente nel colon, l'organismo tende a riassorbire parte dell'acqua, rendendo le feci più dure e secche; al contrario, se il materiale di scarto attraversa l'intestino troppo rapidamente, l'assorbimento di acqua dalle feci si riduce, lasciando le feci troppo liquide. Si lo so... le cose si fanno sempre più complicate, ma ti chiedo ancora un attimo di attenzione perchè ora viene la parte più interessante per chi soffre di Sindrome dell'Intestino Irritabile... Per la maggior parte del tempo, il colon ha dei movimenti minimi. Tuttavia, subito dopo un pasto, lo stomaco invia dei segnali alla rete di nervi dell'apparato gastrointestinale in grado di generare un meccanismo di contrazione muscolare che si chiama "riflesso gastrocolico". Questo processo si attiva quando il cibo passa dallo stomaco alla parte superiore dell'intestino tenue. Il riflessso gastrocolico attiva delle contrazioni nei muscoli del colon a intervalli regolari che regolano il flusso dei materiali di scarto in modo da consentire il corretto riassorbimento di acqua dalle feci. Questo processo è paragonabile a tante piccole onde che consentono alle feci di attraversare "surfando" tutto l'intestino. Infine, le feci arrivano alla zona dell'intestino chiamato retto da cui poi attraverso l'ano vengono evacuate. Tutto questo lungo percorso, dalla bocca allo stomaco e poi attraverso all'incirca 7 metri di intestino, dura all'incirca 12-24 ore, in soggetti con un giusto apporto di fibre alimentari o anche 48-72 ore nelle persone con un dieta occidentale, ricca di proteine e grassi e poche fibre. Nei soggetti affetti da Sindrome dell'Intestino Irritabile, già dopo 15 minuti da un pasto, le contrazioni indotte dal riflesso gastrolico possono diventare molto più esasperate lungo tutto l'ultimo tratto dell'intestino rispetto ai soggetti "sani". In chi soffre di IBS, si possono verificare sia prolungate e violente contrazioni (che portano a diarrea) o al contrario non verificarsi affatto come succede in chi soffre di stipsi. In pratica, rispetto alle onde pacate di una giornata di brezza, l'intestino di un paziente con IBS si può riempire di onde altissime e violente o al contrario apparire come un mare in un momento di calma piatta. Per essere ancora più precisi, alcuni studi hanno evidenziato che mentre in un soggetto sano si verificano circa da 6 a 8 contrazioni peristaltiche in un periodo di 24 ore, in un soggetto con IBS nello stesso perido possiamo registrare anche più di 25 contrazioni in chi soffre di diarrea o, al contrario, non avere alcuna contrazione in chi soffre di stipsi. Insomma, come ho scritto più volte, se soffri della Sindrome dell'Intestino Irritabile i tuoi problemi non sono certo immaginari. Per il momento, ho cercato di descriverti in parole semplici da cosa dipendono e come si formano i sintomi dell'IBS così da farti prendere consapevolezza di quello che accade nel tuo corpo. Presto, vedremo insieme come affrontare al meglio i tuoi sintomi e come migliorare la tua qualità di vita se soffri di Sindrome dell'Intestino Irritabile. A presto. La medicina tradizionale considera il corpo umano come una macchina complicata con un numero finito di parti indipendenti.
Per decenni, questa prospettiva meccanicistica ha posto le basi per la maggior parte degli approcci terapeutici, consentendo ai medici di curare quasi tutte le malattie trattando solo la parte "malata". Tuttavia, risulta che questo modello di trattamento basato sulla malattia non sia stato sempre efficace nel trattamento di malattie che sono diventate prevalenti negli ultimi 50 anni, come ansia, depressione, sindrome dell'intestino irritabile o disturbi neurodegenerativi. Il sistema digestivo e nervoso comunicano in modo bidirezionale grazie agli ormoni e alle molecole di segnalazione infiammatoria prodotte dall'intestino che inviano segnali al cervello e grazie agli ormoni prodotti dal cervello che inviano segnali alle varie cellule dell'intestino, come la muscolatura liscia, i nervi e le cellule immunitarie, modificando le loro funzioni. Quindi, come abbiamo già visto il nostro intestino è molto più complesso di quanto pensassimo una volta e la sua funzione non è unicamente quella di elaborare il cibo. Infatti, la presenza di diversi tipi di cellule specializzate ne conferma la multifunzionalità. Secondo i più recenti studi, l'intestino possiede un proprio sistema nervoso - il sistema nervoso enterico - composto da 50 a 100 milioni di cellule nervose, tante quante sono contenute nel midollo spinale. Oltre alle cellule nervose, l'intestino contiene anche un gran numero di cellule immunitarie che ci proteggono dai batteri potenzialmente letali che ingeriamo accidentalmente con cibo e acqua contaminati. Inoltre, l'intestino immagazzina il 95% della serotonina e delle cellule endocrine del corpo, responsabili del rilascio di ormoni nel flusso sanguigno. Infine, il sistema digestivo ospita vari batteri, archaea, funghi e virus (chiamati collettivamente microbiota intestinale), che sono la componente cruciale nella comunicazione cervello-intestino. I più recenti modelli di valutazione per i pazienti con Sindrome dell'Intestino Irritabile suggeriscono che i sintomi sono il risultato dell'innervazione neurologica del tratto gastrointestinale, associato ad una interpretazione alterata del messaggio neurologico dal tratto gastrointestinale attraverso il sistema nervoso centrale. In chi soffre di IBS, sembra pertanto che il cirtuito tra intestino e cervello sia alterato, sebbene non sia ancora chiaro quale siano le esatte alterazioni interessate. Il dolore viscerale intestinale è associato ad un aumento della attivazione della corteccia prefrontale. In alcuni studi, grazie all'utilizzo di strumenti di indagine come la PET (Tomografia a Emissione di Positroni) si sono potute individuare differenze nell'attivazione di specifiche aree del cervello relative alla percezione e al dolre nei pazienti con IBS rispetto ai soggetti "normali". Indagini confermate anche da analisi diagnostiche fatte con la Risonanza Magnetica. Tutto questo per dire che chi soffre di Sindrome dell'Intestino Irritabile non è certo un malatto immaginario: l'IBS è indisccubilmente un "problema fisico". In poche parole, il processo delle informazioni connesse al dolore attraverso il sistema nervoso centrale varia tra gli individui normali e coloro che soffrono di IBS, facendo sì che quest'ultimi percepiscano maggiore dolore dalle fisiologiche contrazioni del tratto gastrointestinale. Allo stesso tempo, chi soffre di IBS reagisce in modo anomalo a stimoli che normalmente non danno reazioni ad un intestino in buona salte, causando reazioni molto più fastidiose. Le conseguenze di queste alterazioni sono una eccessiva sensibilità al dolore ed un anormale reattività intestinale, che può tradursi in una irregolare o aumentata contrattilità dei muscoli gastrointestinali (accompagnata da diarrea e/o stipsi). In effetti, per i tanti che soffrono di IBS e che si sono spesso sentiti dire da familiari (a volte anche da qualche medico...) che il loro problema era "solo nella loro testa" potrebbe essere piuttosto ironico scoprire che la chiave dei loro problemi inizia proprio "nella loro testa", ma non certo nella loro immaginazione. Anche se può apparire come una questione di poca rilevanza, credo sia necessario fare chiarezza su un dubbio che ho avuto fin da quando ho iniziato ad approfondire questa condizione.
In effetti, mi è capitato spesso negli anni passati davanti ai clienti della mia farmacia o alle persone con cui ho avuto modo di interagire di definire nel modo corretto la condizione di cui si stava parlando: insomma, si dice Sindrome del Colon Irritabile o dell'Intestino Irritabile? A quanto pare non sono il solo ad aver la necessità di puntualizzare la questione, dal momento che ho trovato una risposta più che soddisfacente nell'ultimo libro di un noto gastroenterologo esperto nelle problematiche intestinali, il Dott. Gabriele Pinzi. Ecco cosa scrive a riguardo il Dott. Prinzi nel suo ultimo libro "Ascolta la tua pancia". "Espressioni come “gastrite” e “colon (intestino, prego!) irritabile” sono diventate – complice la pubblicità e gli “esperti” sempre più “social” – parte del nostro vocabolario quotidiano. Ma, per capire di che cosa parliamo, partiamo dall’errore di traduzione. Il termine corretto è “intestino irritabile”, indipendentemente dal fatto che lo usi il diagnosta o il vicino di casa, il giornalaio eccetera. Chi interpreta l’inglese “irritable bowel syndrome” (IBS) come “sindrome del colon irritabile” fa una traduzione fuorviante perché prende in considerazione solamente la parte terminale (il colon) di un tubo digerente che è lungo 8-e-passa metri. Infatti, la traduzione di un’altra espressione inglese, “inflammatory bowel disease” (IBD), che corrisponde a “rettocolite ulcerosa” e a “morbo di Crohn”, è “malattia infiammatoria cronica dell’intestino”. Perché quindi nel caso dell’IBS traduciamo bowel con “colon” e nell’altro (IBD) rendiamo la stessa parola con “intestino”? Bella domanda. Potrebbe sembrare una questione di lana caprina, ma cambia molto! Bowel si riferisce a tutto l’intestino, dal duodeno fino all’ano. E saperlo permette di superare certi “limiti diagnostici”, in quanto il morbo di Crohn può colpire qualunque distretto del tubo digerente, perfino l’esofago e lo stomaco. Se sai di che cosa stai parlando, sei informato e sei capace di intendere e di volere. La Costituzione della Repubblica italiana ti dona il diritto di esprimere i tuoi dubbi e la tua opinione riguardo alla tua salute. Puoi fare domande. Puoi partecipare attivamente – da libero cittadino – alla strategia diagnostica e terapeutica. Diversamente, potrebbe sorgere il dubbio che tu sia schiavo di un sistema sanitario più interessato a far quadrare i conti, quando non a fare tagli lineari senza criterio, e a risparmiare piuttosto che occuparsi della qualità di vita dei suoi assistiti." Ecco spiegato il motivo per cui nel prosieguo di questo blog mi sentirai parlare di Sindrome dell'Intestino Irritabile (IBS) e non più di Sindrome del Colon Irritabile. Fonte: Prinzi, Gabriele; Emma, Livia. Ascolta la tua pancia. Mind Edizioni. Abbiamo accennato in precedenza a quali criteri si usano in genere per diagnosticare la Sindrome dell'Intestino Irritabile (IBS). Tuttavia, esiste una notevole variabilità nella manifestazione dei sintomi dell'IBS. Volendo mettere sul tavolo qualche numero, possiamo stimare che circa il 40% dei pazienti con IBS presenta sintomi "lievi" o di scarsa frequenza con anche una ridotta correlazione con lo stress. In generale, queste persone non hanno situazioni psichiche complesse e hanno una qualità di vita complessivamente buona, sebbene siano spesso preoccupati delle conseguenze che i loro sintomi intestinali possano avere sulle loro giornate. Solitamente, questo tipo di paziente non si sottopone a visite mediche frequenti e si rivolge più facilmente al farmacista per avere qualche rimedio sintomatico alle loro problematiche. In linea di massima, i rimedi per chi soffre di sintomi lievi di IBS si limita a terapie di supporto e/o a piccole modifiche nello stile di vita. Esiste poi un altro 35% di persone affette da IBS che sviluppano sintomi di intenstià moderata con una più evidente alterazione della qualità di vita, con disturbi intermittenti in grado di limitare le proprie attività quotidiane e lavorative. In questi pazienti, è più facile riscontrare una sintomatologia dolorosa addominale di livello moderato con la presenza di alcune situazioni di stress psicologico che tuttavia non rientrano tra le vere e proprie patologie psichiche. Tuttavia questa fetta di pazienti, spesso si rivolge anche al proprio medico di base e talora anche a specialisti gatroenterologi dato che i sintomi possono arrivare ad un entità tale che necessiti di trattamenti sintomatici per i disturbi intestinali e di un controllo più mirato delle loro condizioni cliniche. Infine, esiste una ulteriore fetta di pazienti (all'incirca il 20-25%) che presenta sintomi piuttosto severi, spesso refrattari alle terapie e in grado di alterare in modo profondo e spesso invalidante la qualità di vita della persona. Gli individui che soffronto di queste sintomatologie ricorrono a diversi tipi di trattamento e molto spesso si rivolgono a più specialisti e non è raro che vedano le loro istanze poco considerate (purtroppo l'IBS è una situazione di non facile individuazione proprio perchè non presenta segni organici di patologia). Nei casi più gravi, questi pazienti presetano un forte peggioramento della loro qualità di vita, con difficoltà evienti nelle relazioni sociali, che possono sfociare e acuire anche problematiche di tipo psichico. La complessità e la variabilità dei sintomi di IBS, la presenza di molti fattori in grado di confondere la diagnosi e la sovrapponibilità di alcuni sintomi con altre patologie intestinali rendono spesso necessario un approccio complesso al paziente e la opportunità di esami clinici strumentali. Recentemente, la comunità scientifica ha messo in evidenza che la gran parte dei medici con parziale o ridotta esperienza in materia è maggiormente propensa ad attuare un atteggiamento "di esclusione" che porta alla necessità di prescrivere innumerevoli e dispendiosi esami strumentali ed ematochimici prima di arrivare alla diagnosi finale. Viceversa, medici più esperti in materia presentano una strategia di diagnosi più "positiva", volta a un'immediata applicazione dei criteri diagnostici stabiliti nelle linee guida (definiti i criteri Roma IV che rappresentano le indicazioni elaborate da una commissione internazionale per definire la diagnosi e guidare il trattamento dei disordini funzionali gastrointestinali) dopo aver escluso alcuni "sintomi di allarme". Questo atteggiamento maggiormente "mirato" è quello che viene considerato come più opportuno dalle principali linee guida, soprattutto quelle americane. Pertanto, la valutazione diagnostica consigliata si basa su un'attenta raccolta delle notizie che riguardano sintomi e storia clinica del paziente e un accurato esame clinico al fine di valutare il prima possibile la presenza dei criteri indicati nelle linee guida. L'eventuale sospetto viene poi successivamente confermato tramite l'esecuzione di alcuni esami diagnostici di primo livello (calprotectina fecale, esame emocromocitometrico, sangue occulto nelle feci, test sierologico per la celiachia, dosaggio sierico della PCR) associato alla valutazione della qualità e quantità delle feci del paziente. In particolare, nei pazienti che presentano sintomatologie tipicamente da "diarrea" appare di grande utilità il test della calprotectina fecale, in grado di escludere la presenza di malattie infiammatorie croniche intestinali e nel ridurre così la necessità di ricorrere a esami maggiarmente invasivi (come la colonscopia) in modo indiscriminato. Il mio consiglio è quindi di consultare un medico il primo possibile perchè la tempistica della diagnosi può essere di grande aiuto sia poter poter individuare prima la cura sia per poter eventualmente utilizzare meno farmaci inutilmente. Iniziare ad adottare il prima possibile le giuste strategie nel trattamento della Sindrome dell'Intestino Irritabile, correggendo il proprio stile di vita e imparando a gestire al meglio le situazioni scatenanti i propri sintomi rappresenta una opportunità importante per non prolungare oltre misura il proprio disagio senza influenza troppo a lungo la qualità della propria vita. Fonte: "L'intestino in testa" di Antonio Moschetta - Mondadori 2019 23/6/2021 0 Comments Perchè il Metodo Intestino Felice può migliorare le tue giornate se soffri della Sindrome dell'Intestino IrritabileRieccoci.
Se sei di nuovo qui, probabilmente sei andato a fondo con le analisi e ti hanno effettivamente diagnosticato la Sindrome dell'Intestino Irritabile. A questo punto, credo sia giunto il momento di spiegarti come questo blog (e il mio metodo) possa esserti utile. Prendi un bel respiro e cerca uno specchio dove specchiarti. Quella che vedi è l'unica persona al mondo che può davvero aiutarti a controllare i tuoi problemi. Non esiste infatti una pillola magica o qualche terapia miracolosa che puoi assumere per far sparire imporvvisamente ogni tuo disturbo. La Sindrome dell'Intestino Irritabile non è infatti una patologia vera e propria, ma un complesso di sintomatologie che puoi controllare con alcuni aggiustamenti al tuo stile di vita (in alcuni casi, anche piuttosto radicali). Ecco perchè non hai bisogno (solamente) di un medico per risolvere i tuoi disturbi, ma hai bisogno di qualcuno che ti aiuti a cambiare alcuni tuoi comportamenti per migliorare la qualità delle tue giornate. Quello che ti serve è un Lifestyle Trainer, ovvero un allenatore del tuo stile di vita. Ovvero quello per cui ho studiato in questi ultimi anni. Una formazione specifica e orientata a supportare il singolo individuo affetto da IBS nelle proprie scelte giornaliere così da impattare positivamente sul benessere generale ed in particolare sul controllo dello stress nell'ottica di prevenire l'insorgenza dei sintomi tipici della Sindrome dell'Intestino Irritabile. Se nessuno te ne ha mai parlato prima, è piuttosto normale: una figura simile non esiste. Almeno non esisteva fino adesso. Per questo posso affermare con orgoglio che il mio metodo è il primo metodo per la gestione della Sindrome dell'Intestino Irritabile, basato sulle evidenze scientifiche. A questo punto, tutto ciò che ti serve realmente è conoscere a fondo questa sindrome, attraverso ad esempio questo blog, e un giusto supporto, attraverso specialisti della materia o.... con un Lifestyle Trainer specializzato nella gestione della Sindrome dell'Intestino Irritabile. "Ma tu non sei mica un medico, scusa, eh?!?" Hai ragione. Ma nemmeno tu sei un malato. Sei affetto da un "disturbo funzionale", che non puoi nemmeno diagnosticare attraverso qualche test o analisi. Anzi, come abbiamo già scritto in questo blog, la diagnosi di Sindrome dell'Intestino Irritabile che ti è stata fatta è stata determinata per esclusione. Ovvero il tuo medico e successivamente gli specialisti che hai interpellato, dopo aver valutato tutti i test che hai fatto, hanno escluso che ci siano delle patologie (anche se a te l'intestino da ancora dannatamente fastidio). La cosa assurda di questa situazione è che non ci sono alterazioni strutturali, infiammatorie, biochimiche o infettive nel tuo corpo. In altre parole, quando un paziente con IBS è visitato da un medico non emergono problemi fisici. Però tu sai bene che non sei un malato immaginario. I sintomi ci sono e tu li avverti perfettamente. Pure troppo, a volte. Soffri di un disturbo funzionale che per definizione, è un disturbo che non riconosce un danno organico documentabile come sua causa. Molto spesso questo genere di problematiche si risolvono dando tutta la colpa allo stress. Ed in parte, un po' di verità, c'è. Anche se è bene chiarire fin da subito che la causa non è lo stress. Tuttavia, non c'è nessun esperto (a parte alcuni rari medici gastroenterologi esperi in medicina funzionale e superspecializzati) che si occupi a 360° di gestire tutti gli aspetti che incidono nella gestione della Sindrome dell'Intestino Irritabile. Occuparsi di una persona con Sindrome dell'Intestino Irritabile significa curarne l'alimentazione, programmarne la corretta attività fisica, correggerne le problematiche legate al sonno, ridurne l'impatto dello stress, studiare la composizione dei batteri intestinali, consgiliare i corretti integratori (quando e se necessari), imparare ad adottare nuove abitudini, controllare il respiro per placarne la mente. E nei casi più complicati, indirizzare la persona affetta da IBS verso lo specialista più adatto al suo caso dopo aver corretto tutte le abitudini che concorrono ad aumentare la gravità dei sintomi (gastroenterologo, nutrizionista o psicoterapeuta). Ecco perchè ho pensato che la mia situazione fosse ideale per strutturare un metodo in grado di aiutare chi soffre di Sindrome dell'Intestino Irritabile. Prima di tutto perchè con il mio lavoro, ovvero il farmacista, sono stato a contatto in questi anni con centinaia di persone affette da questi problemi, verificando direttamente i benefici tangibili di quanto le modifiche delle abitudini nello stile di vita impattavano positivamente sul benessere di molte persone con quel tipo di problema. Ho una base di studi "scientifici" (la laurea in farmacia) che ho poi perfezionato seguendo corsi specifici sulla prevenzione e sui corretti stili di vita, formandomi con i migliori coach della salute (tra cui il mio "maestro" attuale, il dott. Filippo Ongaro) e infine studiando per conto mio tutta la letteratura scientifica sull'argomento e attingendo a piene mani da moltissimi pubblicazioni divulgative, per lo più americane e inglesi, che trattano la Sindrome dell'Intestino Irritabile. Alla fine, ho raccolto tutte queste informazioni in un metodo dettagliato e graduale per poter concretamente correggere e modificare i comportamenti di vita alla base dell'insorgenza dei sintomi della Sindrome dell'Intestino Irritabile. Se quindi non hai ancora trovato il trattamento giusto per i tuoi disturbi intestinali, se il tuo medico confina il tuo costante gonfiore intestinale allo stress, se stai rinunciando troppo spesso ad uscire con gli amici per paura degli inconvenienti legati ad un intestino in disordine, se sei sempre più sconsolato rispetto ai tuoi sintomi intestinali spero di poterti dare qualche spunto in più per affrontare meglio la tua Sindrome dell'Intestino Irritabile. Se avrai pazienza di seguirmi in questo mio viaggio, metterò tutta la mia competenza e le mie conoscenze a tua disposizione. A presto. Niente paura.
Sei in buona compagnia: in Italia ne soffre il 10-20% della popolazione. Anche il resto del mondo peraltro non è da meno. La frequenza maggiore si osserva in Sud America, dove il 20% della popolazione presenta sintomi riconducibili alla Sindrome dell'Intestino Irritabile (o IBS che sta per Irritable Bowel Syndrome), mentre la prevalenza minore si riscontro nel sud-est asiatico, dove solo il 7% della popolazione ne è colpito. A questo punto, o decidi di fare le valigie e trasferirti in Thailandia in qualche spiaggia incontaminata oppure ti consiglio di preparati una tazza calda di the alla menta o una tisana rilassante e iniziare la lettura di questo blog per comprendere un po' meglio cosa c'è che non funziona nel tuo intestino e come poter migliorare il tuo benessere. La prima buona notizia è che la Sindrome dell'Intestino Irritabile non è associata, ne conduce ad altre patologie. Non progredirà, non aumenterà il rischio di tumore al colon, non richiederà mai un intervento chirurgico. Non è neppure una malattia genetica che potrai trasmettere ai tuoi figli. Se imparerai a gestire e controllare i sintomi, avrai praticamente risolto il problema. Prima di affrontare l'IBS nel dettaglio, è però necessario essere sicuri della diagnosi che ti è stata fatta. Ci sono infatti un gran numero di patologie del tratto gastrointestinale che presentano sintomatologie simili alla Sindrome dell'Intestino Irritabile e che è importante escludere per non rischiare di ritardare le cure. Per questo, prima di confermare una diagnosi di IBS, è fondamentale poter escludere la presenza di queste patologie: - tumore al colon - malattia infiammatoria intestinale (colite ulcerosa e Morbo di Chron) - ostruzione intestinale - diverticolite - calcoli biliari - allergie alimentari - celiachia - infezioni batteriche intestinali - parassiti intestinali - endometriosi - tumore delle ovaie Per questo è importante valutare con il tuo medico curante i tuoi disturbi e verificare con scrupolo la diagnosi. A questo proposito, il tuo medico potrebbe indicarti di effettuare alcuni dei seguenti test per escludere altri tipi di patologie intestinali: emocromo completo, VES, Proteina C reattiva, test per gli anticorpi anti-transglutaminasi o anti-endomisio, Calprotectina, Ricerca sangue occulto nelle feci. In seguito, potrebbe essere richiesta una visita specialistica con un gastronterologo e, in alcuni casi, un approfondimento tramite una ecografia addominale o una colonscopia. Non è il massimo della vita, ma sono esami necessari per inquadrare correttamente il problema. Se il tuo medico è reticente con questi approfondimenti, insisti con cortesia o prova a sentire privatamente uno specialista. I test che ti ho menzionato sono indispensabili il più delle volte per poter trattare nel giusto modo la tua situazione e non perdere tempo con terapie sbagliate che non faranno altro che mantenere i tuoi sintomi e generare ancora più ansia. Allo stesso tempo, così come è opportuno verificare con i necessari approfondimenti la corretta diagnosi, è altrettanto importante una autovalutazione in cui considerare se i tuoi sintomi rispettano i criteri per la diagnosi di Sindrome dell'Intestino Irritabile. Questi sono identificati come un continuo o ricorrente dolore o crampi al basso addome in associazione con alterata motilità intestinale (diarrea, stipsi o entrambi) per almeno sei mesi. Questi episodi possono insorgere improvvisamente in ogni momento del giorno o della notte e possono occasionalmente (anche se non tipicamente) svegliarti da un sonno profondo. Gas e gonfiore intestinale sono comuni. Non così il vomito (che però potrebbe insorgere a causa da un eccesso di dolore addominale). Bruciori di stomaco e altri sintomi del tratto gastrointestinale superiore non sono riferibile all'IBS. Nelle donne, gli attacchi sono spesso associati con il ciclo mestruale, in modo particolare se soffronto di crampi mestruali. E' importante notare che è la combinazione di sintomi che identifica l'IBS, che è appunto una Sindrome caratterizzata dall'insieme di diverse sintomatologie. Nonostante i dolori e tutti gli altri segnali fin qui descritti rappresentano disturbi spesso invalidanti per chi ne soffre, l'IBS non è una malattia vera e propria e per questo ancora sottovalutata. Potrebbe esserti già capitato che il tuo medico abbia ricondotto tutti i tuoi sintomi allo "stress", alzando in pratica le mani. Beh... le ultime due considerazioni che hai letto sono anche il motivo per cui ho deciso di aprire questo blog e di creare un metodo in grado di aiutare le persone come te: perche sei fondamentalmente una persona sana (e io non sono un medico ma un farmacista ed un Lifestyle Trainer) e perchè voglio aiutarti a prendere le decisioni giuste per controllare al meglio i tuoi disturbi e ricominciare finalmente a goderti le tue giornate. A presto. |
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